Occhio che piange di dolore

Stai soffrendo davvero?

Puoi uscirne cominciando da Te… ORA!

ll dolore psicologico è una condizione che, prima o poi, investe chiunque. La vita infatti porta con sè momenti difficili come la perdita di una persona amata, una delusione, un tradimento. Istintivamente di fronte ad un dolore psicologico potremmo iniziare a ricercare ossessivamente pensieri che possano lenire questo dolore, ritrovandoci però spesso a girare su noi stessi, senza riuscire a elaborare una vera soluzione. Oppure potremmo cercare modi per anestetizzare e non sentire questo dolore. Queste soluzioni automatiche però, nella realtà, non risolvono il problema e rischiano di rallentano il normale processo di elaborazione del dolore psicologico.

L’esperienza del dolore

Ci sono momenti in cui l’unica vera essenza di ciò che proviamo sembra racchiudersi nel dolore. Sono momenti in cui, oltre alla totale assenza di una possibile via d’uscita, percepiamo di non essere più quelli di prima: abbiamo difficoltà di concentrazione, ci sentiamo stanchi, senza interessi, irritabili. Vi siete mai trovati in una situazione come questa? Vi siete mai sentiti così? A molte persone capita di reagire al dolore psicologico in questo modo. Ed è una reazione normale ad eventi di vita avversi, a lutti, fallimenti, perdite importanti. E’ il modo con cui viviamo la tristezza, il dolore, la perdita.

Forse a qualcuno capita di passare molto tempo nel passato, vivendo di rimpianti, magari ricordando periodi felici di una vita passata che non tornerà più. Oppure capita di confrontarsi con gli altri. Gli altri sembrano vivere così felici e soddisfatti mentre noi? Siamo fermi e bloccati dal nostro dolore. Ad alcuni capita infine di chiedersi il perchè di tanto dolore, di pensare che la vita sia ingiusta, o pensare di essere sfortunati.

La rimuginazione

Di fronte all’esperienza del dolore psicologico la mente ci porta a vagare tra i pensieri alla ricerca di una soluzione ma talvolta questo risulta inutile per cambiare le cose, e potrebbe anzi peggiorarle. Spesso infatti la nostra mente adotta uno stile di pensiero detto “circolare”. I pensieri si rincorrono gli uni gli altri senza portarci a nessuna soluzione concreta.

Si parla allora di rimuginazione, un modo di pensare che non ci aiuta, che gira intorno agli stessi temi ma che ci rende immobile. Per affrontare meglio il dolore e la conseguente rimuginazione lo psicologo australiano Russ Harris (autore del libro “La trappola della felicità”) prova a suggerirci un nuovo modo di affrontare queste situazioni così da rapportarci meglio ad un’esperienza così comune, come quella di provare dolore psicologico.

Consideriamo innanzitutto che vagare tra i nostri pensieri alla ricerca di soluzioni è normale ma ricordiamoci che le vere soluzioni producono sempre e repentinamente delle azioni. La domanda chiave per noi è: questa soluzione ci è utile per risolvere le cose o ci tiene dentro al flusso di pensieri bloccando le nostre azioni? E allo stesso modo, chiediamoci quanto sia utile ragionare sulla giustizia della nostra sofferenza, considerando il fatto che qualsiasi conclusione in merito non ci fornisce alcuno strumento per mandarla via?

Come affrontare il dolore psicologico

Immagina che il tuo dolore sia come un’onda del mare. La sofferenza non ha ragioni particolari, compare e basta per il solo fatto che stiamo vivendo, così come le onde compaiono perché il mare incontra il moto del vento. Per imparare a gestire il nostro dolore psicologico e quindi imparare a cavalcare le onde, Harris ci fornisce alcune indicazioni ispirate all’Acceptance and Commitment Therapy.

  1. In primo luogo lasciamo andare i pensieri e le parole e concentriamoci sulle nostre azioni, piccolissime e che non abbiamo mai fatto, nella speranza che qualcosa di nuovo accada. Per muoverci in questa direzione è necessario accettare sia le emozioni che proviamo che la loro destabilizzante intensità.
  2. In secondo luogo, quando ci sentiamo inondati dall’emozione impariamo ad ancorarci al momento presente mediante i cinque sensi, sperimentando ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo intorno a noi.
  3. Terzo, chiediamoci cosa ci stanno dicendo quelle emozioni in merito a ciò che è importante per noi, nella nostra vita? E iniziamo ad agire in questa direzione, portando con noi la nostra sofferenza.
  4. Infine, ma non di minor importanza accogliamo il nostro dolore psicologico con gentilezza, come faremmo con una persona cara che sta soffrendo e concediamo a noi stessi uno spazio ed un tempo circoscritti per sperimentarla, considerando che le onde delle emozioni col tempo diventeranno più piccole e più diradate.

In sintesi ricordiamo a noi stessi di iniziare da dove siamo ora e con quello che abbiamo a disposizione, facendo qualcosa che non abbiamo mai fatto prima e che sia pienamente nelle nostre possibilità, perché anche una sola azione coerente con ciò che è importante nella nostra vita è un passo in più verso un’autentica felicità.

Dolore psicologico: una piccola guida

Se stai vivendo un momento di particolare fatica o stress, un momento in cui il dolore psicologico è forte e ti senti sopraffare da emozioni molto intense prova a seguire questi semplici passi:

  1. Concedi ai tuoi pensieri di fare capolino nella tua mente, non scacciarli, nemmeno inizia una battaglia con loro. Ricorda che sono “solo pensieri” e che puoi delicatamente lasciarli andare.
  2. Ancorati ai 5 sensi. Diventa consapevole delle sensazioni. Chiudi gli occhi e osserva le sensazioni del tuo corpo, ascolta tutti i suoni, anche minimi, che arrivano alle tue orecchie. Osserva la sensazione dell’aria che entra e che esce dai tuoi polmoni. Osserva ogni senso, uno per volta, con calma e delicatezza
  3. Chiediti, che cosa mi sta dicendo questa emozione così forte? Quale direzione di vita mi sta suggerendo?
  4. Ricordati di essere gentile con te stesso. E’ normale quello che stai provando, puoi accettarlo con affetto. Puoi imparare ad accettare i tuoi limiti, ogni essere umano ha i suoi

Gestire il dolore psicologico non significa reprimerlo quanto piuttosto accettarlo e accoglierlo come parte dell’esperienza umana. Per non lasciare alle nostre emozioni il potere di decidere della nostra vita possiamo imparare nuovi modi di viverle. Gestire il dolore psicologico diventa quindi un lasciare che “il dolore sia semplicemente quello è”. Senza cercare di anestetizzarlo a forza. Aggraveremmo solo la nostra sofferenza, rendendo ancora più difficile e doloroso il momento che stiamo attraversando.

Ecco perché è importante evitare di tenere il dolore dentro ed in base al proprio stato emotivo rivolgersi ad uno Psicoterapeuta è fondamentale, prima che sia troppo tardi ed il nostro corpo presenti il conto finale, spesso molto caro. 

 

 

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